venerdì 17 luglio 2020

Torre D’Avorio


Attendeva silente
Sospiro Di Morte
di nere piume ornato,
bianchissimo il volto d’avorio.
Stretta alle dita aveva l’elsa di “Puttana”:
Fedelissimo spadone,
inoltre ascia e alabarda
accompagnavano il suo passo.

Morto il suo cavallo, 
ucciso dal caldo e dalla sete,
ora Sospiro Di Morte lo mangiava,
con lo sguardo smarrito al di là dell’orizzonte.

Tentò di sfuggire al sole,
egli che vampiro era d’amore e vita,
corsaro maledetto,
figlio d’antichità funeste.

In quella torrida plaga però 
gli scorpioni avvelenavano il suo vagare,
tanto ardevano le pietre
da non potervici indugiare.
Così ristorate le membra con l’equino sangue,
egli s’avventurò sudato e dolorante
sul nero tappeto di cuspidi e chele di scorpione.

Il sole,
occhio rovente, 
non staccava il suo sguardo 
dai neri vestimenti di Sospiro Di Morte.

Sorrideva però il fosco guerriero,
crudele abbrancare,
miraggio di freschissima fonte;
Poi svenne.

Cos’era la realtà?
I sogni sono piume di morte.
I sogni sono piume di notte.
Cos’è la realtà?

Ora Sospiro Di Morte era in un bosco,
scaldato dal fuoco, 
la notte cantava la sua nenia,
intorno l’oscura magia volteggiava fatata.

Dolce fantasma di donna
bianco come il chiaro di luna
fra gli alberi apparve,
languido incedere,
oh severa, stupenda Tisifone.

“Ho mangiato carne e bevuto sangue di cavallo,
se vuoi unirti a me
offrimi vino ed il tuo calore di donna!”

“Pensi di offrirmi le tue forti membra, 
così da proteggere la mia fragilità?
E se ti dicessi che sei tu quello indifeso?”

Questo fu il colloquio tra lo spettro e Sospiro Di Morte.

Le cose fragili hanno una propria forza,
una bellezza sottile che vince ogni brutalità.

“Allora uomo, perché indugiare? 
Dormiresti tu con un cadavere?
T’allieta forse quest’idea?”

“M’affascini leggiadra apparizione, 
riempi la mia anima di visioni,
dove sei morta?
Da quanto tempo vaghi?”

Come fosse un fanciullo 
Sospiro di Morte 
sul di lei ventre 
chinò il guerriero capo.
Lui che era strage,
flagello di solitaria guerra,
bramava la fragranza di quelle membra sulla guancia sfregiata.

Ma la dea Erinni,
Tisifone l’arcigna,
piantò nella sognante gola
sottilissimo stiletto.

I sogni sono piume di Morte.
I sogni sono piume di notte.

Il guerriero oscuro si destò di soprassalto.
Gli scorpioni tormentavano il suo corpo.

Cos’è la realtà?

Non si sceglie il proprio nemico,
lo si combatte,
affinché egli ti uccida 
e porti via con sé il tuo sangue
nella dolce ampolla dei sogni.

Davide Giannicolo