lunedì 20 aprile 2020

Pasolini

Pasolini non cresce mai, uguale a se stesso, come un eterno adolescente, i morti non rispondono, ma i morti intellettuali possono rispondere attraverso i loro scritti, un superlativo intellettuale, sempre ventenne, destinato alla morte violenta.
Un esteta succhia la giovinezza eterna come un vampiro attraverso i membri lisci di ragazzini pagati per farlo.
Pasolini condannava il consumismo e l’arrivismo, ma aveva grandi pretese, una giacca di pelle e una lussuosa automobile, spesso consumava mangiando bene in buoni ristoranti e aggirandosi come una iena nel mercato della carne, consumava, consumava e come Pasolini, solo che non voleva lo facessero gli altri. Comprava giovani ragazzi e li pagava con un piatto di spaghetti, oh Pasolini, De Sade e Lautreamont ridono di te, che non sei riuscito a uscire dalla fanciullezza e vivevi ancora con la mamma e le tue fantasie di frustrazioni antiche.
Divenire adulti equivale a uccidere i sogni, non lo sapevi? Te lo ha spiegato una mazza sul cranio, molto più vero e crudo del tuo onanista Saló.
Eri un coprofago, amavi la merda del popolo e mescolarti ad essa, mangiarla a grandi boccate insieme ai cazzi di quegli sporchi ragazzetti, perché questo ti faceva sentire grande, generoso, superiore, diciamoci poche cazzate, è inutile che Eduardo ti difenda da morto, lo faceva tanto anche il Ducasse ma aveva vent’anni meno di te e scriveva molto meglio. Ti affascinava il lato animale della vita, e lo hai scoperto, volevi distruggere, e sei stato distrutto, ovvio no? Che De Sade rida di te.

Davide Giannicolo

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