Sento un profumo spezzato d’estate che non c’è.
Odio la controra ed i suoi demoni
poiché m’invasano d’un fascino maliardo.
Il frinire delle cicale, in un’ossessiva sinfonia,
può condurmi a mia insaputa sul ciglio di una rupe.
Morte nel torpore di mezza estate.
Ipnotico delirio d’una nenia incantatrice.
Chiudi la porta e tieniti all’ombra,
non sfidare gli spettri del primo pomeriggio,
poiché sono più infimi di quelli che incontrerai nottetempo.
Potrebbero trovare il tuo corpo scempiato sulle rocce, istigato al suicidio dalla persuasiva cicala che mai a quell’ora cessa il suo folle canto.
E Pan, il dio cornuto, signore della controra, riderà della tua stoltezza.
Davide Giannicolo
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