Qualcuno ti ha sottratta al nano ambrato,
Marito Bengalese,
In questa umida notte di luna rossa.
Sulle ali di un sogno agitato ti porta a un picnic in pieno sole, su un prato verde.
D’un tratto il cielo s’annuvola e diviene scuro.
Verghe, ibridi tra funghi, fiori e cazzi sorgono lentamente dai ciuffi d’erba in una danza sinuosa.
Frugano nelle tue mutandine,
Rovistano nella tua fica rossa e aperta come una ferita,
depongono spore nella tua bocca,
si strusciano sulle tue mani,
irrompono dentro te.
L’organista irrequieto ed inetto più in là sanguina chiuso nel tempio funesto dell’ipocrisia.
Piove
Su di un lago di sperma che cela mostruosità indicibili.
Ti risvegli madida
E sospiri.
Davide Giannicolo