giovedì 20 agosto 2020

Evil Bokken

 


Capitolo primo:Tramonto Scarlatto

Sfumava la luce di un tetro tramonto, le case, le persone, il cielo stesso, sembrava permeato dall’essenza di un sogno malefico. L’uomo portava con sé la spada di legno poggiata sulla spalla, nessuno sembrava farci caso, tutti in quella strada avevano facce sonnecchianti ed il passo affrettato di chi si accinge a rientrare tra squallide mura domestiche. Il negozio era ancora aperto, vendeva libri illustrati, fumetti e gadget da nerd. L’uomo, in ciabatte, canotta e costume da bagno entrò. Il suo corpo mostrava svariati tatuaggi dal macabro tema, era visibilmente sudato e la sua pelle scintillava; fuori, un sole rosso prendeva le tinte del sangue.

Al bancone c’era una ragazza sciatta dal corpo esile, un ragazzo si aggirava mettendo a posto qualche volume sugli scaffali. Erano i padroni del negozio, fidanzati e colmi di speranze sull’avvenire.

L’uomo sudato fece ticchettare la spada di legno sulla propria spalla, poi estrasse un cartoccio di stagnola dalla tasca, poggiò il bokken(la spada d’allenamento che si usa nella scherma giapponese)sul bancone e scartò quello che sembrava essere un unto panino. Diede qualche morso, poi con le mani sporche cominciò a sfogliare un costoso volumetto impregnandolo di salsa rosa e olio. I ragazzi erano terrorizzati, si lanciavano sguardi ma non osavano parlare.

“Avete i soldi?” Disse infine l’uomo che era più grosso di tutte e due i ragazzi messi insieme.

“Sai già che non possiamo pagare!” Rispose il ragazzo con voce tremula.

Il grasso samurai bisunto lanciò il volume lercio in faccia al ragazzo, finí il panino e raccolse lentamente il bokken dal bancone, la ragazza sussultò e iniziò a singhiozzare.

“Troveremo un modo tranquilli!” Disse il grassone sorridendo.

“Prendi una spada ragazzino!”

Dicendo ciò indicò con la punta del suo bokken una coppia di katana esposte al di là del bancone. Erano posticce e mal fatte, comprate a due soldi per abbellimento.

Il ragazzo tremava:

“Ma io...”

“Peggio per te, non dire che non ti ho dato la possibilità di difenderti!”

La mazza ricurva si abbatté con inaudita potenza sul cranio del ragazzo, questi vacillò all’indietro per alcuni istanti, poi cadde rovinosamente portando con sé lo scaffale a cui cercava di aggrapparsi.

Ancora il sole rosso fuori insanguinava ogni cosa, spargendosi sull’asfalto odoroso di smog. Nessun passante, nessuna macchina, nulla disturbava il sadico operato del pazzo.

Si sfilò il costume da bagno mostrando flaccidi testicoli è un pene semi eretto. Si avvicinò alla ragazza e cominciò a leccarle la faccia disseminando sulla sua pelle l’olezzo pungente del panino mangiato poco prima.

La costrinse a prendere il pene fra le mani storcendole il braccio, inizialmente la guidò in una lenta frizione mentre scavava con la lingua nella sua bocca come se volesse aprirvi una ferita, lui era Evil Bokken, era specializzato nell’aprire ferite al fine di eiacularci dentro.

La ragazza impaurita e singhiozzante continuò da sola la manovra senza bisogno di essere costretta, lui intanto la spogliava strattonandola, quello che non riusciva a strappare veniva sfilato a forza.

Era in mutandine, ed era anche bruttina, pallida, un po’ brufolosa, lui cominciò a frugarle con la mano fra le gambe, era rude, forte come un orso.

“Ti puzza la fica, lo senti come puzza? Tanto non pagherete mai, vendete fottuti fumetti cazzo, come potrete pagarmi? Allora ti scoperò ogni volta, ti userò come gabinetto, ti piscerò in bocca e ti sputerò nel culo!”

Le tappò di nuovo la bocca con la sua lingua unta, poi la sodomizzò da dietro, la malmenò, la rigirò, sembrava durare in eterno, fino a che eiaculò sul pube fulvo e malcurato della ragazza nerd, che voleva sposarsi col suo fidanzatino vendendo fumetti e girando per fiere e cosplay.

Si ritirò su il costume da bagno naturalmente senza mutande con ancora i genitali impiastricciati di seme. Afferrò il bokken e lo penetrò dolorosamente in entrambi gli orifizi intimi di lei finché la giovane non svenne.

Allora Evil Bokken uscì in strada, con la spada sulla spalla, spavaldo e soddisfatto si sfregava le palle vigorosamente, aveva altri lavori da fare, altri soldi da riscuotere, intanto il tramonto rosso sangue veniva inghiottito dalla sera assumendo le sfumature del cinabro.

Davide Giannicolo

Continua....forse...

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