Siamo passeggeri di un treno che sferraglia inesorabile.
Intorno a noi si muovono fantasmi silenziosi.
Fuori dal finestrino vediamo passare paesaggi diversi, fatti di attimi, che vorremmo fermare dentro di noi, o quantomeno indugiare a riflettere su essi.
Ma i fantasmi intorno a noi ridono di questa nostra vaga sete.
Ci dicono coi gesti, poiché spesso sono muti e non per loro colpa, che è meglio lasciar correre il pensiero cedendo spazio all’azione.
Non vi è sosta su quel treno, meglio spaccare il vetro del finestrino con le nude mani, a rischio di rompersi le ossa e saltare giù da quella folle corsa.
Allora scoprirai che forse quel paesaggio che scorreva velocemente innanzi i tuoi occhi ipnotizzati dalla monotonia del viaggio probabilmente non esiste, così come i passivi fantasmi ospiti di quel treno da cui sei appena uscito.
Unicamente il sangue, la carne e il dolore sono reali, il resto è solo un inganno.
Davide Giannicolo
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