Dieci anni fa adattai il mio romanzo Di Notte per il fumetto scrivendone soggetto e sceneggiatura che fu apprezzato da un editore di Città di Castello, il quale mi esortò a trovare un disegnatore capace di interpretarla. Scelsi Davide Arpaia, napoletano come me, capace a mio avviso di rappresentare una Napoli barocca, notturna e decadente, piena di guglie e chiese dimenticate, così come l’avevamo vissuta entrambi e che io avevo usato come scenario e ambientazione della mia storia.
Purtroppo l’editore, un pazzo che non aveva compreso il tratto underground alla James O’Barr di Arpaia, non apprezzò i disegni lasciando la storia incompiuta, triste rappresentazione della desolante situazione editoriale italiana, composta da leccaculo e Gitoni pronti a porgere le natiche.
Un giorno vi racconterò di come Tiziano Sclavi, celeberrimo autore di Dylan Dog, mi snobbò in mezzo ai boschi in cui si trovava la sua villa a Venegono Superiore in Lombardia, alla quale io, giovane sognatore pieno di speranze, bussai cercando di essere ascoltato.
Le tavole di Arpaia qui riportate sono in fase sperimentale, posseggo quelle definitive che presentai all’editore, attualmente marciscono nella mia cantina, non mi sembrava giusto riportarle in questa sede, a voi che non tirate mai fuori un euro e invece comprate mille puttanate in fumetteria.
Davide Giannicolo
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