I Lanzichenecchi del mio tempo si erano trasformati in guerrieri urbani, vestiti di pelle, borchie e catene, storditi da canne di fumo.
Pronti ad andare in contro alla morte in uno scontro su un autobus notturno o sui binari di un treno metropolitano che sarebbe arrivato solo all’alba, perforando la notte, per salir sul quale, naturalmente, non avevano (avevamo) pagato il biglietto.
Nessuna ferita sulla pelle, nessuna contusione, avrebbe causato effetto su quei corpi nichilisti. Solo onore e bottiglioni di vino rosso da smaltire, insieme al dolore orgoglioso della lotta corpo a corpo.
Nulla ad ammansirli, tranne l’inebriante profumo della notte che come un fantasma aleggia anche nei più squallidi anfratti della metropoli impazzita.
Davide Giannicolo
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