Nei sobborghi satanici della mia mente,
vaga una solitudine avida d’angoscia.
Impossibile coadiuvare azione e pensiero,
se il primo è zoppo e il secondo marcisce nelle fogne.
Ovunque io mi volti io scorgo il disagio,
la decadenza di un’umanità sull’orlo della catastrofe.
Eppure all’ aurora cantano gli uccelli del mattino, come frammenti ritrovati del Satyricon di Petronio.
Nessuna latebra può nascondere la disperazione del cuore umano, costretto a contorcersi come un verme, eternamente, nel fango dei secoli.
E allora penso, la vita è catastrofe da sempre.
Così come la carne nasce per decomporsi miseramente all’ombra dell’avello.
La mano carezza l’amante fremente e allo stesso tempo sferza la coltellata.
Tutto, ennui perpetua, è uguale a sempre, nel rigore di una nausea inalterata.
Solo la violenza ridona splendore a ogni azione.
Davide Giannicolo
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