Spesso i peggiori nemici sono gli alleati perduti nel crepuscolo della propria cecità .
Davide Giannicolo
Necromania e puro amore per decadenza e violenza, poesia oscura, lirismo licantropico, monumentali astrattismi sanguinari, danza di catene e rasoi al chiaro di luna, letteratura notturna, solinga, antintellettuale. Questo è il manifesto del porto dei misfatti, e i viandanti che vi entreranno sentiranno gelidi moncherini carezzare il loro volto, o sinuose sirene, il cui bacio sa di prostituzione e antichità.
Spesso i peggiori nemici sono gli alleati perduti nel crepuscolo della propria cecità .
Davide Giannicolo
Improvvisamente il mio cuore si è chiuso.
Nero, come una notte senza luna.
Ricoperto da una crosta carbonizzata, arsa da fiamme infernali.
Non comporrò elegie su nessuna tomba.
Non scenderò a patti con gufi anglicani.
Non mi perderò in lamenti notturni e cimiteriali.
Non mediterò nella sorda eco d’alcun sepolcro.
Ho semplicemente una lama confitta nel petto.
Il mio cuore nero, di carbone gelido, sanguina, cinabro sinuoso scorre lungo le sue crepe vulcaniche, come fosse lava incandescente.
Una profonda ferita ha scalfito la sua corazza.
Il mio cuore s’era chiuso, colmo di violento rancore.
Serrato, pregno di disincanto e delusione.
Inabissato in gorghi densi di tristezza e abbandono.
Nessuna emozione era capace di percorrerlo, solo pipistrelli e scolopendre dimoravano nei suoi anfratti.
Ma il sangue ha sciolto l’incantesimo, vivo, in scarlatti zampilli.
E non so cosa sia peggio.
Il dolore, la battaglia, il vino rosso l’hanno disseppellito.
Il mio cuore era morto, ma è tornato in vita grazie allo strazio e all’intensa sofferenza.
Solo la tenebra del mio sterno ferito però, può contemplarlo mentre sanguina, come fosse un Vampiro, austero e vetusto, nascosto agli occhi dei vivi.
Testo e immagini di Davide Giannicolo