mercoledì 2 settembre 2020

Stupro tentacolare: metafora svelata



 Al largo di un mare calmo, sotto  il sole di luglio, un uomo attempato: pelo argenteo sul petto, catena, anello e bracciale d’oro lucente, scintillanti sul riverbero delle onde turchesi, sottrae alle attenzioni del padre una ragazza minorenne. Piccolo corpo, seni acerbi, possessione carnale, sale, affanni, gemiti, consenziente la giovane ragazza si prostra alle fauci e i tentacoli del mostruoso, metaforico animale marino. Il mostro tentacolare non è altri che un grosso uomo abbronzato, ella è viva e gode, morta solo la sua purezza, la tana del mostro non è altro che un pedalò nascosto dagli scogli, punto bianco e tranquillo sulla linea immota dell’orizzonte. Il mare quieto maschera il tumulto della verità?

Davide Giannicolo

Se vuoi saperne di più oh ignaro lettore leggi Stupro Tentacolare sullo stesso blog.

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