Vi è un dolore sordo.
Cosmico e in egual modo spastico, come una bestia che non è di questa terra.
Opprime le viscere.
Ha un solo, gigantesco occhio, che perfora l’anima.
Vi è un dolore cieco.
Eppure cela gemme di consolazione, tra scaglie taglienti come cristallo infranto.
V’è un dolore immobile.
Lo nascondo dietro il velo di una stella senza nome.
Davide Giannicolo
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