mercoledì 30 novembre 2011

Manipolazione di organi genitali

Manipolazione di organi genitali.
di Davide Giannicolo



Quando sono ubriaco sono capace di nefandezze frustranti, una volta mi trovarono infilzato mezzo morto sul cancello di un cimitero.
Mi salvai per poco, all’alba, un po’ svenuto e un po’ in collasso etilico pensavo ad angeli d’argento che stuprano Luisella, Luisella è una tipa a cui ho orinato in bocca, rappresenta un po’ tutte le lettrici del cazzo di Stephen King.
Luisella non sa però che ero io, perché ero mascherato da nano medievale, praticamente l’ho aggredita dal basso e l’ho schiavizzata con un uncino.
Era il periodo in cui masticavo prozac al posto del cornetto a colazione e mescevo gin con subatrex.
Ero un vampiro, di giorno ero mollo e inoperoso, di notte ero ferocia.
Quando gli sbirri mi hanno tirato giù dal cancello mi hanno anche chiesto cos’era successo e come mai avevo così tanti coltelli.
“Mi arresti brigadiere, ho pisciato in bocca a Luisella”. Ma il brigadiere invece mi portò all’ospedale, dal quale uscii un mese dopo.
“Non puoi bere più!” mi disse il medico, avevo lasciato scorrere quantità immani d’alcool sulle sbarre del cancello, scivolato via insieme al sangue in quella notte di delirio.
Naturalmente corsi a prendere un bottiglione di vino e buttai giù qualche giro di basso chiuso in casa, sinfonie malevole, chiuse in loro stesse, depressive.
D’un tratto cominciai a giocherellare con il mio pene, rilassato come il sonno d’un bebè.
Cominciai a sbatterlo contro le corde del basso fracassandomelo a sangue, quel dolore mi fece pensare all’ambiguità della morte, all’ipocrita faccia del mondo che doveva a tutti i costi versare sangue e invece si opponeva a se stessa vivendo in un chimerico dramma ove regna la menzogna.
Da che conosco il mondo, da quando sono nato, c’è sempre una cazzo di guerra, c’è sempre chi incula l’umanità, c’è sempre l’odio, la rissa, il confronto fisico e la carne desiderata attua ad appagare il desiderio di sangue.
Da che mondo e mondo ci siete voi coglioni pronti ad applaudire, a venerare le veline, a credere nella divina intercessione di Costanzo, a creare futili cazzate naturale gesto di chi come voi è deleterea merda ipocrita e codarda.
Il vostro amore è la prostituzione dell’essenza a favore del materialismo dei sensi, tutto quello che vi circonda è una farsa recitata una merda e non ci posso credere che voi, maledetti coglioni, ci crediate sorridenti.
Ma no, voi non ci credete nemmeno, voi vi ci adagiate, come chi è infingardo, muto, dinnanzi al torto subito.
E voi vi chiedete perché ero infilzato al cancello del cimitero?
Perché non vi chiedete il perché mantenete milioni di coglioni fottuti vip senza che essi svolgano una precisa ne tanto meno fondamentale mansione nella società!
Perché!?
Perché non vi togliete dal volto imprenditoriale quel sorriso lobotomizato?


Così d’un tratto afferrai un coltello bello largo e mi amputai il pene, lo affettai lentamente, soffrendo atroci tormenti che mi aprivano le porte dell’essenza, dolore divino, poiché da me stesso inflitto.
Galleggiavo nel mio sangue vergognosamente disteso in una posa d’abbandono. Giunse Rottenhead, il mio cane, e cominciò a leccare il lago di sangue dall’acre odore invitante al suo faccione di mastino, poi scorse il mio membro sul pavimento poco distante dalla polla, capii subito cosa voleva fare.
“Non osare mangiare il mio cazzo Rottenhead!!!!” urlai furibondo.
Ma ero troppo debole per muovermi, intanto Rottenhead mangiava il mio pene che scuoteva e sgretolava per la stanza.
Ed ecco che entra il brigadiere Baccotti.
“Lei è in arresto signor RottenVlad, la riteniamo responsabile di aver pisciato in bocca a Luisella Verdelli!”
Mi ricucirono due o tre pezzi di cazzo, ora non mi serve a molto, ho però schiavizzato ancora Luisella(in galera ci ho passato dodici anni).
Ho di nuovo staccato il mio membro e gli e l’ho fatto mangiare. Ora sto aspettando che lo espella analmente, lei invece aspetta che io muoia dissanguato, chi giungerà per primo?
                                                                                                                              

Nessun commento:

Posta un commento