giovedì 1 dicembre 2011

Vetusta sapienza

dali3
Vetusta sapienza
Maestosa come un dragone di rubino t’ergi
E il cielo mesta oscuri.

Fatato disio,
elegiaco come il disastro
gli occhi m’accarezzi.

Armonia nucleare
Di fascinose delizie porti dono
Nel giorno e nella notte altera.

Se al di la degli astri si tiene il banchetto degli dei,
al di la degli astri giungerò come moto disgregatore,

poiché voglio il fruscio del armonia lambirmi d’euritmica passione.

Dirigerò i geli siderali,
e del pino e dell’abete
sarò fedele servo.

de-chirico-piazza

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Nelle cose che incalliscono le mani vi è il segreto del moto e della forza,
ogni chiave di violino
austera e orrendamente profonda
come un corridoio di rasoi
espleta gli arcani più oscuri della trascendenza.

In ogni seno di donna vi è la vita
Come goccia d’infinito
Che sboccia al di là del mare.

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Ombre di cristallo la bellezza del mondo riverberano,
sempiterni ardori di tumulto
nelle scosse membra stanche.

Se ciascuna lacrima fosse una lama
Orrendamente sanguinante il nostro volto parrebbe.

Orrendamente mutilata invece è l’anima,
mossa dal disio a taglienti prove.

                                             **************

Piet%E0%20sanguinante
Vetusto il fascino degli angeli
Affanna il nostro leggiadro vagare.
D’altronde v’è bestia che và chetata.

Assaporo il vigore,
sempiterna bellezza
che nella lama dolce si posa per dimorarci in eterno.

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Feroce indole chetata,
mestizia fulminata da ali di farfalla.

Crisalide d’amore
D’onore
Di sapienza,
del furore attende il seme nottetempo.

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                                Che Nemesi possa perdonarmi.

Verbo di forza,
il laido, fasullo impostore uomo cerchi,

verbo di forza,
monumenti di letizia forgi affinché questo falso mondo si frantumi
sotto il martello che nelle mie mani imponi.

Cerco di brandire la bellezza come fosse alabarda,
cerco la grazia,
l’elegante unione con la lama,

per meglio erigere
l’onore della forza.
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Petali di dolore
Delicati si posano
Sui rami di ciliegio della mia onusta essenza.

Note d’un sanguinario rituale
Mi seducono affinché io perpetri il giusto.

Non v’è armonia
In questa desolata landa,

non v’è armonia
a meno che non sia illusione,

e le illusioni si sa,
sono fragili come vetro,

e una volta che l’impetuosa mano vi si è stretta intorno
con vibrante passione,
esse s’infrangono

e taglienti,
taglienti come lama di stiletto esse divengono.

Allora alla vista del sangue delicato,
reale è solo la rabbia ed il dolore.

Allora,
solo all’ora,
il guerriero brandisce l’alabarda.

                                                     © Davide Giannicolo.

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