Di fremiti soffusi
Il ventre di Iside ho cosparso
Affinché ella partorisse il firmamento.
Da principio
Il suo gemito si levò nel deserto
Fino a che
Sontuosi boschi con il nostro desiderio generammo.
Privo della di lei fatata voce ora però
Mi giunge il canto della notte.
È forse morta
La mesta Iside,
e la notte ormai porta solo incubi
al mio sonno di cristallo
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